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per crescere insieme nella vocazione comune: essere cristiani,
che si realizza nella misura in cui viviamo il Vangelo.

Il segreto della vita

Il nostro cuore cerca la felicità, cerca la gioia, cerca la pienezza, ma questo desiderio si scontra con quel vuoto che ci abita e che nulla sembra possa colmare. Siamo mendicanti di senso, pellegrini e forestieri su questa terra. Ammirando il firmamento, l’immensità del cielo, sentiamo come un senso di appartenenza, un richiamo, una nostalgia. È come riconoscere che la nostra casa è lì, in quell’infinito che ci affascina. Paradossalmente però, questo avviene sempre di notte. È solo nel buio che possiamo cogliere questi segni nel cielo, questi segni luminosi capaci di toccare e far vibrare le corde del desiderio del nostro cuore, che a volte sembra assopito;  come un fuoco che “dorme” sotto la cenere, ma basta un po’ di vento, un soffio, perché riprenda ad ardere.

È scritto nel libro della Genesi: “Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere dal suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente”. Soffiò un alito di vita: siamo fatti di infinito e nulla mai potrà riempire questa mancanza se non l’Infinito stesso; questo è il dramma che viviamo: nessuna creatura può colmare il nostro vuoto.

In questo periodo storico, a dire di molti, stiamo vivendo un passaggio d’epoca, un tempo non facile, una notte. Una notte creata forse anche da un egoismo vissuto all’estremo che diventa narcisismo. Questo ci impedisce di vedere la presenza dell’altro, guardiamo solo noi stessi e ci percepiamo sempre più soli. È troppo buio! E se casualmente ci accorgiamo di qualcuno che ci è accanto, lo avvertiamo come un nemico, qualcuno da cui difenderci, di cui diffidare. Ed è sempre più buio.

“La fede è un paradosso, un ammaestramento, una trasformazione, in cui gli occhi sono creati a nuovo, i pensieri sono orientati diversamente, i criteri stessi sono ridimensionati” (R. Guardini).  Come la Notte di Pasqua, durante la Veglia delle veglie, la Luce – Cristo – vincendo le tenebre, squarciando il buio, ci permette di vedere, di riconoscere in chi ci è accanto un volto conosciuto, così la fede può operare una trasformazione in cui gli occhi sono creati a nuovo. La Luce ha vinto le tenebre, non dobbiamo temere. La Stella del mattino brilla e ci indica il cammino e più è buio, più è notte, più la Luce splende.

Sono gli occhi creati a nuovo che ci permettono di vedere l’Invisibile nelle cose visibili, come avvenne per Francesco d’Assisi che ri-conobbe nel lebbroso un fratello. Ri-conoscere, conoscere nuovamente l’essenza, la realtà delle cose. Riscoprirci figli amati e quindi fratelli. Nell’incontro con l’Altro, con la “A” maiuscola e con l’altro che ci è accanto possiamo fare esperienza, gustare anticipatamente un po’ di quella pienezza, di quella felicità a cui tanto aneliamo.

Gli occhi creati a nuovo ci permettono di aprirci all’altro, di allargare i nostri orizzonti, il nostro cuore – perché è lì che sorge la Stella del mattino, dentro di noi – ed è in questa apertura che sperimentiamo una pienezza. Quel soffio che ci ha generati è un soffio che dice relazione, dono reciproco, amore e accoglienza scambievole. Chiunque segue Cristo Gesù uomo perfetto, realizzando così ciò che siamo in verità, si fa lui stesso più uomo, capace di relazione e di donare la vita
per amore (cf. GS 41).

Se lo sguardo è miope, fisso alle cose piccole, penultime, non riesce a distaccarsi per contemplare il Tutto. Vedere
con occhi nuovi
la realtà nella quale siamo immersi, riconoscendo il passaggio di Dio nel chiaroscuro delle scelte umane”
(M. Fusarelli, ofm), per riorientare la bussola della nostra esistenza al nord, e il nord per noi è la gloria di Dio, è lì che stiamo andando. La gioia della vita è sempre contrassegnata dalla fatica del vivere, ma se abbiamo chiara la meta anche l’impossibile diventa possibile. Il cristiano non aspetta tempi migliori per fare il bene, non aspetta il momento ideale, il vento favorevole. Gli occhi creati a nuovo ci permettono di restare nella storia, di agire nella storia con fiducia, perché la storia è il luogo dell’incontro con Dio.

Rimaniamo mendicanti di senso, ma se avremo occhi creati a nuovo, sapremo vedere dentro e oltre le cose, i fatti,
gli eventi, sapremo scorgere qui e ora le meraviglie che Dio compie per noi. Tutto sarà come prima, ma nulla sarà più come prima!!!

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