Omelia di Sua Ecc. Mons. Gualtiero Isacchi
nuovo Arcivescovo di Monreale

Celebriamo oggi questa straordinaria solennità ed è veramente una gioia essere qui con voi.
C’è un’espressione utilizzata da fra Tommaso da Celano, biografo di santa Chiara, che la definisce così: “Chiara di nome, più chiara per vita, chiarissima per virtù”. Potremmo sintetizzare ancora di più questa espressione, dicendo di Chiara: fedele a sé stessa. Infatti fra Tommaso per presentare santa Chiara non fa altro che ripetere per tre volte semplicemente il suo nome: Chiara di nome, chiara per la vita, e poi, con un superlativo, chiarissima per virtù. Quindi celebrare questa solennità significa, per noi, celebrare una vita riuscita, una vita pienamente riuscita!

Carissime Sorelle, carissimi fratelli tutti, incontrare il Signore, scegliere di essere suoi discepoli, naturalmente nelle diverse forme di vita di ciascuno, significa fondamentalmente realizzare in modo pieno la propria umanità. È questo il messaggio che ancora oggi santa Chiara urla silenziosamente al mondo: credere al Vangelo significa essere pienamente donne, pienamente uomini; significa essere pienamente persona, significa essere pienamente sé stessi!

Voi, care Sorelle, siete un segno di questo messaggio, di questo grido di santa Chiara. Quante volte le persone domandano, forse anche a voi: “Ma come fanno le Clarisse, che vivono in clausura, ad essere così serene… ad avere questi sorrisi? Qual è il loro segreto?”. L’unica risposta è Cristo! È questa l’unica risposta possibile e ricordatelo soprattutto voi, Sorelle. Voi inizialmente avete scelto non di essere Clarisse, e ancora meno avete scelto di condividere la vita con queste Sorelle, ma ciascuna di voi, personalmente, ha scelto Cristo. Ed è Cristo che vi ha portate a vivere questa esperienza: è Cristo che vi dà la capacità e vi dà uno sguardo nuovo capace di riconoscere negli altri fratelli e sorelle; è Cristo che vi dà un cuore nuovo capace di vivere nella fraternità. È Cristo la ragione di questa nostra festa, è Cristo la ragione della bellezza e della testimonianza straordinaria di santa Chiara.

La Parola di Dio che abbiamo ascoltato questa sera, mi pare ci permetta di cogliere tre elementi fondamentali per essere pienamente persone, pienamente donne, pienamente uomini. Direi: per essere anche noi chiarissimi, per essere chiarissime anche noi.

La prima è questa: «La attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore». Avere a che fare con Gesù significa subire un’attrazione fatale, che suscita in noi una insoddisfazione che ci chiama ad una continua conversione. È bello credere, è bello pregare, ma poi non ti basta; ci sono momenti in cui pare che qualcosa si fermi e ti sembra che le cose vadano storte. In realtà, questo sentire, è la nostra reazione spontanea alla parola del Signore che ti chiede un passo in avanti, ti chiede ancora una conversione. Chiara, ci raccontano, era proprio una “brava ragazza d’oratorio”, era una ragazza di animo nobile, con la sua mamma e con le altre dame pregava, andava a Messa; ancor prima di Francesco si prese cura dei poveri e dei sofferenti. Quindi era una donna di preghiera e caritatevole: che cosa le mancava, che cosa doveva chiedere di più il Signore a una donna del genere?

Eppure, nella domenica delle Palme del 1211, quando dalle mani del Vescovo Guido riceve la palma, Chiara sente che quello che faceva non basta più, che qualcosa non va. Avverte che quel Dio in cui aveva sempre creduto non era quello autentico. Ora il Signore le chiedeva un supplemento di autenticità. Così, la notte del giorno seguente, scappa di casa. Cambia completamente vita.

Ecco, per noi, la questione da non dare per scontata: il Dio che seguo è quello autentico, è quello annunciato da Cristo nel suo Vangelo o è quello dell’abitudine, del “si è sempre fatto così”? Perché, vedete, Dio si impone, sì, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, ma si impone con dolcezza, con soavità. Lui non usa violenza e attende il nostro sì; e solo quando tu dici il tuo sì, allora senti su di te quest’altra parola: «Ti farò mia sposa per sempre». Ecco che cosa ha convinto Chiara, ecco che cosa l’ha resa chiarissima. Non certo la romantica attrazione verso san Francesco, del quale sicuramente subiva un fascino per la sua testimonianza, ma è l’incontro con Cristo che le ha cambiato la vita, è l’incontro con Cristo che l’ha resa chiarissima e che l’ha resa veramente felice!

Mi pare che noi, in modo molto pressante, corriamo il rischio di seguire “santi” e santoni nella nostra vita e forse santa Chiara, oggi, ripete anche a noi: non seguite Chiara o Francesco, non seguite Pietro o Paolo, non seguite questo o quell’altro straordinario personaggio, per quanto possa essere santo; decidetevi piuttosto per Gesù, l’unico capace di rendere anche le vostre vite chiarissime! Questo è il primo elemento: decidersi per Gesù, convertirsi.

Il secondo elemento fondamentale per un autentico discepolato, per una autentica vita alla sequela di Gesù, è quello che ci ha ricordato san Paolo nella seconda Lettura, che definisce l’esperienza cristiana come un «tesoro in vasi di creta», mostrando che la fede non è un percorso tranquillo e spensierato che possa raggiungere il porto senza profondi turbamenti, senza profonde fatiche, alle volte anche dolorose. L’apostolo è esplicito: «Siamo tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi». La vita di santa Chiara, voi lo sapete, ha subito grandissimi sconvolgimenti. Non so se tutti sanno che dei quarantadue anni trascorsi a San Damiano, ventinove li ha vissuti in malattia. Chissà che male, che peccato avrà fatto questa povera donna!?! Poi ha vissuto il periodo dell’attacco dei Saraceni e poi ha dovuto attraversare anche il periodo in cui è scomparso san Francesco. E la loro esperienza, l’esperienza di queste donne che vivevano a San Damiano, era un’esperienza nuova, da accompagnare. Chiara ha vissuto questo turbamento, ma in tutto questo è rimasta fedele. Anzi, è stata lei, anche dal letto della malattia, a incoraggiare le sue Sorelle, a incoraggiare questo cammino; è rimasta fedele e intrepida.

L’essere battezzati, scegliere di vivere sul serio il Vangelo non è garanzia di una vita senza problemi, ma è piuttosto
certezza di non essere mai soli e di avere in Cristo una possibilità nuova, un modo diverso per vivere e attraversare
anche le difficoltà.

Infine, il terzo pilastro di questa esperienza di discepolato, e che tutti conosciamo, sul quale mi soffermo poco, è quello che ci ha ricordato Giovanni nel suo Vangelo: «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io e lui, fa molto frutto,
perché senza di me non potete far nulla»
. La vigna, che era Israele, ora è Cristo. Cristo è l’unica vite e a lui ciascuno di noi deve essere legato come il tralcio. Così è stato per santa Chiara, che ha vissuto questo legame sponsale con Cristo in modo profondo. Ha vissuto questo amore fedele e appassionato che l’ha condotta ad attraversare anche tutte
le difficoltà della vita.

Questa relazione a due così stringente ed esigente è la novità del cristianesimo. Il cristianesimo ci chiede anzitutto un legame stringente con Cristo che non abolisce il valore dell’io, il valore della persona, ma lo lega a doppio filo con il tu di Dio, che lo apre immediatamente alla relazione con gli altri facendoglieli riconoscere come fratelli e sorelle.

Nel grido di Chiara che ci invita ad essere autenticamente umani, autenticamente persone, a realizzare pienamente la nostra umanità, mi pare oggi di poter cogliere questi tre pilastri: la conversione come scelta del Dio vero, la debolezza come spazio di vita buona, il rimanere in Cristo come relazione liberante. Sono quei tre pilastri che hanno
reso Chiara chiarissima e che possono rendere anche ciascuno di noi più umano, possono rendere il mondo intero, la Chiesa, più umana.

Vorrei concludere ripetendo le parole che santa Chiara ha consegnato alle sue Sorelle prima di morire, alle
sue Sorelle presenti e anche a quelle future, quindi a voi. Ma vorrei che ciascuno di noi prendesse per sé queste parole, queste espressioni:

“…Siate sempre amanti di Dio, delle vostre anime e di tutte le vostre sorelle e siate sempre solleciti di osservare quanto avete promesso al Signore. Il Signore sia con voi sempre e ora voi siate sempre con lui. Amen”.