Domenica, 17 luglio 2022                                                                                                  Lc 10,38-42

«E una donna… lo ospitò»: attimi di “madre” per Gesù nella casa di Betania. Tra l’ostilità e il rifiuto, nel suo salire risoluto a Gerusalemme (cf. Lc 9,51), Gesù trova un’oasi di accoglienza che ha il duplice volto del servizio di Marta e dell’ascolto di Maria. Ma è quest’ultimo che Gesù definisce la parte migliore che rimarrà. L’ascolto ci rimanda a Maria di Nazareth, colei che con docilità ha accolto nel suo grembo verginale la Parola e le ha dato la carne della propria umanità.
Espressione alta dell’amore che rimane, ascoltare è anzitutto fare spazio dentro di sé al mistero dell’altro, è coinvolgersi col suo vissuto e col suo destino. L’ascolto è un’accoglienza profonda, è aprirsi a una vera e propria inabitazione: «Se qualcuno mi ama, custodirà la mia parola e anche il Padre mio lo amerà, verremo allora da lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23).

  

Lunedì, 18 luglio 2022                                                                                                         Mt 12,38-42

«Una generazione malvagia e adultera va cercando (pretende) un segno»: l’ardente desiderio del volto di Dio caratterizza la ricerca del credente di tutti i tempi. Ma sembra dirci oggi Gesù che c’è ricerca e ricerca. Poco più avanti, il Vangelo di Matteo ci dice che il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose. Trovata una, vende tutto per acquistarla. Il problema degli scribi e farisei, additati come malvagi e adulteri, è che la loro ricerca non unifica la vita: pur cercando Dio, non sono capaci di lasciare le proprie certezze religiose; per essi queste valgono più del volto di Dio che hanno dinanzi nella persona di Gesù e le difendono fino a diventare “dal maligno”, tentando Gesù con la richiesta di un segno (cf. Mt 4,5-7). Gesù ha appena detto che l’albero buono si riconosce dal suo buon frutto; rispondendo con questa richiesta, la loro ricerca decade in una pretesa, come a dire: “Dimostraci di essere un buon albero”. Poniamo oggi una profonda attenzione al nostro modo di rispondere.

 

Martedì, 19 luglio 2022                                                                                                        Mt 12,46-50

«Ti cercano»: prosegue l’insegnamento di Gesù sulla autenticità della ricerca di Dio e la realizzazione del vero discepolato. Gesù stesso altrove ci ricorda che “nessuno può venire a me se non lo attira il Padre mio”. Oggi, a chi gli annuncia che sua madre e i suoi parenti lo cercano, Gesù risponde sottolineando che il compiere la volontà del Padre che nei cieli è manifestazione di un legame nello Spirito superiore a ogni legame nella natura. Sappiamo che Gesù non fa alcun torto a sua madre parlando in questo modo, anzi manifesta quale sia il contenuto profondo di un legame così forte con Maria, inoltre indica su quale linea d’onda dobbiamo sintonizzarci noi per rimanere tra coloro che gli sono intimi e cari.

 

Mercoledì, 20 luglio 2022                                                                                                     Mt 13,1-9

La parabola del seminatore ci invita a considerare l’importanza della comprensione della parola di Dio, affinché questa trasformi la nostra vita e il nostro agire porti frutto. Quello che è centrale è il dono della Parola (seme) che è fatto con larghezza e universalità. A cambiare da persona a persona (diversi terreni) è la sua comprensione e di conseguenza il suo fruttificare. È interessante l’accostamento di alcuni autori con la preghiera quotidiana ebraica dello Shemà («Ascolta Israele», Dt,6,4-9). Secondo questa visione ci sono ascoltatori che non soddisfano le esigenze richieste e non portano frutto: 1. gli uomini della strada, perché non amano Dio con tutto il cuore; 2. gli uomini dei terreni pietrosi, perché non lo amano con tutta la loro anima; 3. gli uomini delle spine, perché non lo amano con tutta la loro forza. Quelli che non falliscono, gli uomini del “buon terreno”, invece “ascoltano”, capiscono e “fanno”, cioè producono frutto vivendo in accordo con quanto udito.
Come siamo messi noi a comprensione della Parola di Dio?

 

Giovedì, 21 luglio 2022                                                                                                        Mt 13,10-17

 «A voi è stato dato di conoscere»: Gesù ci ricorda che abbiamo ricevuto un dono, a patto di custodire il cuore (pensieri, affetti, desideri) dalla mondanità che letteralmente lo “ingrassa”, lo rende pieno di altro, lo ispessisce e lo indurisce.
Il Vangelo, anche oggi, ci invita a considerare che non è sufficiente guardare per vedere, udire per comprendere. È necessario farci coinvolgere dalla Parola, come accade con le parabole che sono finalizzate a stimolare un processo di immedesimazione, aprendo in noi uno spazio di conversione ove la Parola-seme fruttifichi.
Invochiamo oggi su di noi la purezza, la disponibilità e l’umiltà dei piccoli ai quali il Padre rivela i suoi misteri (cf. Mt 11).

 

Venerdì, 22 luglio 2022 – Santa Maria Maddalena                                                    Gv 20,1-2.11-18                              

L’odierna festa mette in luce alcune caratteristiche della relazione con Gesù, che dovrebbero appartenere a ogni credente. Maria Maddalena ha, anzitutto, un intenso legame d’amore con il Maestro e custodisce nel cuore un ardente desiderio della sua presenza (appena sorto il sole). La sua ricerca diuturna, poi, la rende capace di attraversare anche la notte dell’incomprensione (mentre era ancora buio) e, infine, la sua capacità di stare in prossimità (stava presso il sepolcro) non le fa abbandonare un presente non ancora decifrabile, bagnato dalle lacrime di un desiderio che tarda ad essere esaudito. In questo sua stare presso il sepolcro, come in quello della Madre presso la croce del Figlio, germoglia in tutta la sua fecondità l’incontro personalissimo e coinvolgente (non mi trattenere) che diviene capacità di testimoniare per generare alla fede. Chiediamo, oggi, di imparare dall’apostola degli apostoli la “maternalità” – come ama dire papa Francesco – propria di ogni chiamato, che a partire da un incontro personale con l’Amato ci rende capaci di gratuità e oblatività verso tutti e di parresia.

  

Sabato, 23 luglio 2022 – Santa Brigida                                                                           Gv 15,1-8

«Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20): l’esperienza che san Paolo narra è la certezza dell’amore unico e personale di Gesù ed è l’esperienza che ci dona oggi il Vangelo.
Prima di consegnare se stesso alla morte per la nostra salvezza, Gesù si consegna agli apostoli e a noi in gesti e parole di una intimità inaudita e lo fa con quella solennità di cui noi oggi percepiamo tutta la forza e incisività: i gesti della lavanda, le parole di addio, la preghiera rivolta al Padre che ci lascia udire e contemplare… E ci ripete di rimanere in lui: si consegna a noi come vite vera, come tessuto esistenziale e linfa vitale; si consegna, ancora, come orizzonte unico e ultimo entro il quale dare vita alla nostra esistenza, vita colma di senso, carica di frutti, perché innestata nella vite dell’amore, vero motore che fa dell’esistenza umana una meraviglia stupenda.