Domenica, 11 dicembre  2022                                                                                               Mt 11,2-11

Invitati a vegliare (1a domenica di Avvento) e a preparare la via mediante una sincera conversione (2a domenica), con gli occhi rivolti al Signore, in questa 3a domenica di Avvento siamo invitati a lavare il nostro sguardo per scorgere i segni già presenti della venuta del Salvatore promesso.
“Andate a riferire a Giovanni”: Gesù invita tutti a guardare la realtà e a giudicarla a partire dalla “fine”, cioè dalla Gerusalemme del cielo, dove non vi saranno più “tristezza e pianto”. È il profeta Isaia a orientare il nostro sguardo sulla realtà gravida di vita nuova. La terra, dissetata “alle sorgenti delle acque della vita” (Ap 21,4), germoglia e con lei rifiorisce la nostra speranza (cfr. Is 35,1). Solo piantati sul monte della promessa “si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi” (1° Lettura) perché udranno un fatto mai ad essi raccontato. La “via santa” che i redenti percorreranno  (v. 10) è la via tracciate dal Figlio di Dio che ha assunto la nostra umanità, perché in Lui noi potessimo ritornare a Dio. “E beato chi non trova in me motivo di scandalo” (Vangelo), cioè beato chi percorre questa via dell’umano amando fino alla fine l’umanità che Dio ha sposato nel Figlio amato.


Lunedì, 12 dicembre 2022                                                                                                     Mt 21,23-27

Balaam, figura ambigua, è un indovino pagano che nella tradizione biblica è presentato come un profeta che avendo scelto di ascoltare la voce di Dio non può trasgredire gli ordini divini né tacere ciò che il Signore gli rivela.
Condotto sul monte pronuncia il suo oracolo: “Come maledirò quel che Dio ha benedetto?” (Nm 23,8.20) perché “dalle alture lo contemplo”. Al veggente pagano, che ha scelto di pronunciare solo quel che Dio gli dirà, è concesso di vedere con gli stessi occhi di Dio; pur stando sulla vetta delle alture pagane, gli è gratuitamente svelata la visione della bellezza di Israele accampato nel deserto (24, 2.5).
Così, anche a noi, quando scegliamo di ascoltare la voce di Dio e di porci al suo servizio, ci è spalancata quella visione dall’alto dalla quale solo “si può leggere correttamente tutto ciò che può accadere nella vita di una persona” (Rupnik), divenendo capaci di riconoscere la bellezza di Dio presente nella realtà che viviamo.


Martedì, 13 dicembre 2022                                                                                                   Mt 21,28-32

Oggi la Parola di Dio ci scuote dal sonno spirituale e dall’apatia che non ci permette di provare gioia per la strada che in Cristo abbiamo ogni giorno da percorrere per rimanere nell’amore. sentirci a posto, arrivati, è il grave peccato dell’Israele superbo e della Chiesa piena di sé e non del suo Signore.
La pagina del Vangelo ci invita al pentimento, ovvero a considerare la distanza che ci separa da Dio e a muovere passi di concreta adesione al suo volere nel poco del nostro quotidiano.


Mercoledì, 14 dicembre 2022                                                                                                   Lc 7,19-23

“Sei tu colui del quale è detto che sta venendo o dobbiamo aspettare un altro?”. La risposta di Gesù ai discepoli di Giovanni potremmo parafrasarla con le stesse parole di Gesù dinanzi a quello che sembra essere un fatale ritardo del Maestro, Gesù dice al capo della sinagoga: “Non temere. Solo continua ad avere fede”. Nei momenti di prova siamo posti dinanzi a una scelta decisiva. Optare per noi stessi o scegliere un Altro. La crisi, allora, è sempre benedetta perché ci consente di purificare lo sguardo interiore, di far emergere quel che davvero conta e di sperimentare ancora che “fuori di me non c’è altro Dio” (Is 46,21). Facciamo oggi del nostro dubbio la nostra confermata adesione a Cristo.


Giovedì, 15 dicembre 2021                                                                                                       Lc 7,24-30

“Davanti a te egli preparerà la via”. Oggi Gesù ci domanda, come agli ascoltatori del Tempio, cosa abbiamo compreso dall’aver incontrato e ascoltato un personaggio singolare come Giovanni Battista.
Forse ci siamo anche noi fermati all’aspetto esteriore senza lasciarci interrogare dalla motivazione e dall’esito delle sue scelte. Giovanni nel deserto, spogliato dall’austerità e rivestito della Parola annuncia non solo la possibilità, ma anche la necessità per tutti noi di “compiere un passo sopra la natura umana e le sue necessità”, per vivere da figli di Dio, per accogliere in noi la pienezza della vita nuova che Cristo ci ha donato. Accogliere il battesimo di Giovanni è riconoscersi peccatori bisognosi e disporsi a ricevere il fuoco dello Spirito Santo che solo Cristo può darci.


Venerdì, 16 dicembre 2022                                                                                                     Gv 5,33-36

“Io non ricevo testimonianza da un uomo”. Lascia forse perplessi questa affermazione di Gesù nei riguardi di Giovanni Battista; eppure ne riconosciamo la verità. Di Giovanni Gesù dice che egli era una lampada. Come Giovanni aveva riconosciuto con umiltà di non essere lui la Parola, ma solo “voce”, così Gesù ora sta dicendo che la luce che hanno visto rifulgere nella vita profetica del Battista è Lui stesso. Lungi dal diminuire il ruolo profetico di Giovanni, Gesù sta confermando che la sua lampada ha arso del Fuoco e della Luce divina e solo questa è la grandezza di Giovanni, non la sua natura umana, ma il dono divino in lui. Giovanni, figlio del sacerdote Zaccaria, sta inaugurando un nuovo sacerdozio, quello di Cristo e in Cristo. Lui infatti è voce e indica l’Agnello: “lui deve crescere e io diminuire”. È il sacerdozio di ogni battezzato che può dire con san Paolo: “non sono più io che vivo ma Cristo vive in me” (Gal 2,20).


Sabato, 17 dicembre 2022                                                                                                        Mt 1,1-17

Dalla piccola e insignificante Betlemme viene, povero, il Dominatore del mondo… Nella storia umana segnata dal peccato si fa strada la grazia, scegliendo di percorrere una via mai battuta finora… Sì, Dio sceglie proprio questa storia per incarnarsi, con i suoi lati oscuri, per un progetto più grande in cui tutto rientra, anche il suo “contrario”. Persino Giuseppe ha dovuto scontrarsi con l’apparente contraddizione del Dono per poterlo accogliere, perché Dio è sempre più grande di noi, Lui che ha voluto farsi il più piccolo. In Maria la piccolezza di Dio trova l’espressione più bella, la più umana e familiare: nella “contraddizione” di una creatura che dà alla luce il suo Creatore, è aperta la strada di un Dio-uomo che ha voluto essere fino in fondo il «Dio con noi».